martedì 18 febbraio 2014


OK per i contenuti di questo documento. Come comunicazione efficace osservo questo:

il discorso dell'1% è americano e in Italia non viene molto capito

il diritto al lavoro è un fìine, le altre cose citate sono mezzi

bisogna attaccare il discorso sulla casta-sprechi-corruzione come causa di tuttti i mali

bisogna dire qualcosa di specifico sulle banche e non solo che fa ridisusso tutto

bisogna essere più precisi sulle alternative, l'uscita dall'euro ad es in che modo ?

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Consideriamo che lo Stato, a normativa vigente, non può battere moneta cartacea, ma può emettere certificati di credito fiscale che consentano di surrogare il denaro come mezzo di pagamento della fiscalità, e sopperire dunque alla cronica mancanza di liquidità, anche perché, detti certificati, sarebbero oggetto di scambio fra  coloro che li detengono.   Già sappiamo che, in ambito UE, diversi Stati fra cui la Gran Bretagna, detengono questo diritto/dovere, sancito, tra l’altro, dagli articoli 139 e 140 del trattato unificato Maastricht - Lisbona, il quale prevede, per chi lo richieda, lo status di “Stato in deroga”. Gli U.S.A. lo hanno inserito nella loro Costituzione, nell'Agricultural Adjustment Act del 1933, che prevede che il Presidente, possa avvalersi dell’ordine esecutivo 11110,  (ordine esecutivo firmato il 4 giugno 1963 dal presidente degli Stati Uniti John Kennedy). Per il raggiungimento di questo tanto ambizioso quanto naturale obiettivo, sono state delineate, durante l’incontro-dibattito, strategie diverse, aventi modalità e tempi di realizzazione intermedi all’obiettivo finale. Queste le principali: a) Introduzione di CCF Certificati di Credito Fiscale b) Introduzione dei BOT fiscali c) Nazionalizzazione di una Banca (Banca pubblica) d) Sostituzione di imposte con un prestito allo Stato e) Separazione fra Banche speculative e Banche di Credito ordinario 

Esse corrispondono ad altrettante soluzioni che hanno il duplice scopo di ottenere :   1) Nel breve periodo un significativo miglioramento della precaria condizione economica che ormai da anni attanaglia il nostro Paese; 2) Il vantaggio di offrire una via percorribile per realizzare un’uscita “morbida” dall’euro. 

Negli allegati, un’ampia descrizione di queste possibili soluzioni. E di altre ancora. (Gli allegati sono tenuti riservati per il Laboratorio, in questa fase di consolidamento, nell'immediato futuro saranno disponibili per tutto il pubblico interessato). 
Il Laboratorio non ha né vuole avere connotazioni politiche, ben consapevole che già nulla è più politico della moneta stessa. 
Il Laboratorio si rende disponibile ad accogliere il contributo di energie le più diverse, purché animate dal medesimo, imprescindibile anelito di indipendenza, di sovranità di libertà. 

La grande finanza apolide sta distruggendo l’autonomia, l’identità, la libertà e la stessa vita degli Stati e dei loro popoli, togliendo a poco a poco ogni residua forma di democrazia e di dignità a centinaia di milioni di persone, che hanno come poco edificante prospettiva innanzi a loro, quella di divenire schiavi in un’Europa ed in un mondo dal quale non si sentono più rappresentati, ed a cui non si sentono più di appartenere. 
"Al fine di sottrarre forza alla grande finanza apolide occorre, urgentemente e prioritariamente, ripristinare la netta separazione tra banche di credito ed enti che operano sui mercati speculativi". In questo particolare momento storico, in cui la società TUTTA pare aver smarrito il senso del reale, il collegamento fra popolo e governanti, il significato dibene comune, il senso di "comunità": in una parola il "buon" senso, noi ci sentiamo fieri di proclamare che abbiamo la presunzione di avere individuato alcune tra le soluzioni possibili per ridare al popolo Italiano la propria libertà,autonomia monetaria, e benessere economico

Precisiamo: tutto ciò per il 99% dei cittadini, escludendo quell'1% che fino ad ora ha usurpato i diritti, la dignità, il lavoro e le ricchezze del resto della popolazione. Dobbiamo recuperare la memoria storica del nostro Paese, che ci insegna come sia possibile trasformare il nostro Paese, da colonizzato ad indipendente, anche sul piano monetario. Conserviamo a memoria di ciò, un patrimonio storico, architettonico, artistico e paesaggistico unico al mondo che tutti i paesi ci invidiano e che è assolutamente poco valorizzato. Ognuno di noi può fin da ora partecipare a questa che a tutti gli effetti è una rivoluzione non violenta, culturale, rendendosi attivo nei confronti delle realtà umane con le quali già è in contatto: i famigliari, i parenti, gli amici, i conoscenti, ma, anche gli Enti Locali, il Parlamento, fino al Presidente della Repubblica. 

Gli obiettivi raggiungibili a brevissimo termine sono né più né meno, altrettanti diritti di cui quel citato 1% ci ha progressivamente privato dalla fine degli anni '70 : 1)   Un diritto al lavoro per tutti, al fine d'ottenere una libera e dignitosa esistenza (art.36 della Costituzione); 2)     Una sensibile riduzione del carico fiscale, ed una sua molto più equa redistribuzione; 3)     Una rinegoziazione di tutti i trattati internazionali, o meglio: sovranazionali; 4)    Una rilettura di tutte le leggi, bancarie e monetarie, degli ultimi 35 anni;    5)   Una uscita"morbida "dall'euro (che è una moneta "straniera" emessa da un organismo privato sovranazionale che nulla ha a che fare con lo spirito di una Europa unita, moneta che impedisce completamente di progettare ed attuare una organica e seria politica economica in ciascuno dei paesi sotto il suo giogo). 
I Sottoscrittori 

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